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Marta, il volontariato e la libertà

Marta Migliosi, 22 anni, è volontaria della Sezione UILDM di Ancona. È una sportiva, frequenta l’Università, segue un progetto di indipendente. Volendo scegliere una sola parola per descriverla, sarebbe sicuramente “tosta”. Perché ha le idee chiare su cosa chiedere a se stessa, e agli altri. La sua è l’ultima delle voci che racconta la Settimana delle Sezioni UILDM (8-14 ottobre) e il valore del volontariato.

 

Come hai conosciuto UILDM?

Avevo 16 anni e insieme a mia madre ho contatto la Sezione di Ancona per chiedere degli assistenti che mi potessero dare una mano. Oggi sono referente del Gruppo Giovani e dei progetti di vita indipendente in alcuni tavoli dedicati della Regione Marche.

Facendo volontariato sei cambiata?

Direi di sì. Fare volontariato ti permette di essere utile. E questo significa che l’obiettivo che voglio raggiungere non è solo mio, ma è condiviso da tante persone. Penso alle ultime Manifestazioni nazionali UILDM, che per me è stata un’occasione importante di crescita personale e associativa. Marco e Alberto (Marco Rasconi e Alberto Fontana, Presidente e Segretario nazionali UILDM, n.d.r.) sono stati preziosi: ho alzato il telefono e loro c’erano per ascoltarmi e consigliarmi. Ora quello che ho appreso da loro posso darlo a chi ha meno esperienza di me! Il volontariato ha cambiato anche il rapporto che ho con la mia disabilità.

Come?

Dal combatterla ho imparato ad accettarla, a farla diventare parte della mia identità. È un aspetto di me, è nel mio quotidiano, non la respingo più.

Cosa ha cambiato il volontariato intorno a te?

Prima l’aspetto principale che veniva vissuto era quello sanitario. Ora si sta costruendo anche per quello sociale, partendo dal quotidiano. Penso a un ragazzo della Sezione che da cinque anni non usciva a mangiare fuori per problemi di disfagia: così abbiamo organizzato delle serate che potessero permettere anche a chi a questo problema di godersi una serata fuori con gli amici. Ma è cambiato anche il protagonismo civile. Oggi le istituzioni ci sollecitano di più e cercano di ascoltare le nostre opinioni.

Qualcuno ti avrà chiesto com’è fare vita indipendente…

Sì, alcune ragazze mi hanno avvicinato per chiedermi come faccio. Provando e sbagliando! Anch’io ovviamente ho fatto degli errori ma da quelli ho imparato. Tutti possiamo farlo, bisogna far entrare questo approccio nel proprio quotidiano. La disabilità fa parte di me e quindi la porto con me, nelle mie scelte. Ci sono tante persone con disabilità che sono pronte a fare la propria vita.

Cosa vuole “Dare mi dà”?

Che se non sai dare non sei pronto nemmeno a ricevere. È molto legato al sentirsi bene con sé stessi e con ciò che si ha.

La libertà per te è…

La libertà è poter chiedere aiuto, anche a persone sconosciute.

Cosa deve fare la società per chi ha una disabilità?

Alla società chiedo di accogliermi per ciò che sono, con la mia identità, e di attivarsi per farmi vivere come gli altri.

Perché diventare volontario UILDM?

Semplicemente perché ce n’è bisogno. È l’occasione per crescere e cambiare insieme agli altri.

(cs)

 

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