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Giovane chiama giovani

L’articolo di Barbara Pianca è stato pubblicato sul DM 195.

Giovani, a me! È questo che vuole Matteo Pagano, a vent’anni presidente di UILDM Venezia. Lavora per il ricambio generazionale per dare nuova linfa all’associazione di cui è socio e dove in precedenza ha prestato il Servizio civile.

Ha vent’anni, le idee chiare e una capacità di esprimerle in modo sintetico e diretto che ti fanno capire che sei di fronte a un leader naturale. Matteo Pagano è il presidente di Sezione più giovane d’Italia. Eppure pensa già a chi, ancora più giovane, potrebbe succedergli. Perché una delle sue idee più chiare è che UILDM ha bisogno del ricambio generazionale e che la risposta, anche solo per la sua UILDM Venezia, non è lui, ma un’ondata di cui intende farsi catalizzatore.

«Ci sono volontari del Servizio civile che potrebbero rimanere con noi al termine del servizio perché siamo diventati amici e hanno capito lo spirito dell’Unione, anzi una di loro è diventata la mia ragazza» dice sornione e aggiunge: «Anche al wheelchair hockey (Matteo è ultimo uomo dei Black Lions Venezia con cui gioca dal 2011) ci sono ragazzini con cui ho un legame stretto e che potrebbero seguirmi in UILDM».

Il powerchair hockey è importante nella sua vita. Ci tiene a dire che, quando per un periodo la sua squadra fu divisa in due, raggruppando in una gli under 21, era tra quei giovanissimi che in una sola stagione portarono i Black Lions alla serie A e oggi tra quelli che hanno portato la squadra riunita al secondo scudetto consecutivo.

 

La Sezione di Venezia invece da quando la frequenti?
Da quando a 8 anni hanno scoperto la mia SMA 3.

Cosa ricordi di quel periodo?
Che il maestro si era accorto che correvo in modo anomalo, e poi che mi hanno fatto entrare in sala operatoria con il game boy. È stato difficile accettare la carrozzina? La carrozzina mi ha salvato. Da piccolo ero fragile e mi prendevano in giro per il mio modo di camminare. Nel 2011 usavo la carrozzina manuale al bisogno finché un giorno, in piedi nel tragitto dal cancello alla macchina, un po’ di vento mi ha fatto perdere l’equilibrio. Da allora la uso sempre. Non dover più pensare al rischio di caduta è stata una liberazione.

Assumi Spinraza (il primo farmaco per la SMA, ndr)?
Sì, e solo perché mi fanno le punture. Fosse stata una pastiglia avrei detto di no, la dimenticherei. Così fanno tutto i medici e mi tolgo il pensiero. Quali sono le cose importanti della tua vita? Il wheelchair hockey, comprare la macchina, tornare a studiare.

Cosa ti impedisce di comprare la macchina e perché hai smesso di studiare?
La macchina voglio sceglierla bene. Studiavo informatica e non mi piaceva, così ho smesso. Avrei voluto studiare cucina ma la disabilità me l’ha impedito. Ora che trascorro tutti i giorni in Sezione mi rendo conto che sarebbe utile che io studiassi economia.

Hai amici?
Pochi perché sono selettivo. Qualcuno della squadra, altri dalle elementari, più quelli della playstation, che è la mia dipendenza più grave. Non sono dipendente dai social ma dalle mie due, tre ore al giorno di playstation… e dalla Juve.

Quando sei diventato presidente di Sezione?
Lo scorso 29 marzo. Prima ho fatto un anno di Servizio civile in Sezione. Esperienza entusiasmante che consiglio a tutti.

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