Che effetto fa un parco inclusivo

MAMMA, IL MIO SCIVOLO È UN MOSTRO MARINO!
«I parchi gioco che progetto sono pensati per tutti fin dall’inizio, o almeno per più persone possibili. Riconosco nel mio lavoro una funzione sociale, che è quella di progettare prodotti e ambienti utilizzabili da tutti senza bisogno di ausili speciali».
A raccontare è Fabio Casadei, che qualche anno fa ha progettato “Tutti a bordo!”, il parco giochi inclusivo di Rimini: «A renderlo un esperimento tanto riuscito è stata la possibilità di confronto in fase di progettazione con i genitori e le associazioni rappresentanti delle diverse disabilità, convocati dal Comune. Loro hanno stabilito le necessità e io ho cercato le risposte». A promuovere l’avvio di questo progetto è stata Elvira Cangiano, mamma riminese di due bambini in carrozzina che non potevano giocare al parco con i loro coetanei. A Rimini, Casadei ha conosciuto anche le mamme Claudia Protti e Raffaella Bedetti.
Ma come devono essere le giostre di un parco accessibile?
«Sono quasi sempre utilizzabili da tutti, ciò significa che non c’è la giostra per i non vedenti e quella per chi è in carrozzina. Abbiamo cercato la ditta che producesse l’altalena più inclusiva, con diverse sedute, o lo scivolo più accessibile. Quello del parco di Rimini rappresenta il mostro marino Tuiotù ed è alto quasi due metri. Lo usano tutti, dai bambini con lo skateboard ai genitori che vogliono giocare con i figli».
Quanto tempo si impiega per la costruzione di un parco giochi accessibile? E quanto costa?
«I tempi dipendono dall’organizzazione e da come sviluppare gli spazi, controllando dove sono le piante e calcolare le distanze. A Rimini ci ho impiegato da un anno. Per i costi bisogna ipotizzare una spesa di cento, centocinquantamila euro, che comprendono l’acquisto delle giostre, la costruzione dei percorsi e dei servizi igienici accessibili, modellazione del terreno, collocazione della fontanella ad altezza carrozzina, la predisposizione di una mappa tattile, i parcheggi accessibili.»
Il paro “Tutti a bordo!”, immerso nel verde e dotato di mappe tattili e segnali tattiloplantari, è un laboratorio di socializzazione a cielo aperto ed è stato premiato durante la manifestazione “Io valgo…oltre le barriere”, organizzata dalla Comunità Papa Giovanni XXIII.
Fabio Casadei è un designer industriale da 25 anni specializzato nella progettazione di attrezzature ludiche e aree gioco complete.

 

GhezzoSE UN BAMBINO NON PUÒ GIOCARE
Come si sente un bambino con disabilità al parco giochi? Sarebbe felice di giocare con i suoi coetanei? Proverebbe la loro stessa allegria?
Secondo lo psicologo Daniele Ghezzo, un bambino con disabilità in un parco non inclusivo non potrebbe essere felice, né provare i sentimenti dei suoi coetanei: non potendo giocare con le stesse giostre, non potrebbe nemmeno sentirsi libero di costruire il proprio ruolo in relazione alla giostra stessa. Se ad esempio i suoi amici scalano o fanno finta di essere dei pirati, non poter salire sulla piramide o sulla barca dei pirati con loro bloccherebbe il gioco e la fantasia a esso legato. Ci sarebbe sempre bisogno della mediazione di un adulto.
Come si sentirebbe allora un bambino con disabilità in un parco non inclusivo? Diverso. E non avendo l’età per elaborare questa verità, avrebbe inciso negativamente sulla sua autostima.



Ultimi articoli

Natale 2025, UILDM ancora insieme a Fondazione Telethon

Tornano anche questo Natale i volontari UILDM per sostenere insieme a Fondazione Telethon la ricerca sulle malattie rare.

Sostegninrete è online

È stata presentata a Milano Sostegninrete.it, la prima piattaforma digitale che mette in contatto persone con disabilità e assistenti personali.
famiglia Pamela UILDM Giornate nazionali

Raccontare è costruire, sperare, formare

“Raccontarsi significa avere la necessità di far conoscere la malattia di nostro figlio, affinché anche il semplice arrivo in un Pronto Soccorso possa essere facilitato dalla presenza di persone che sappiano e capiscano di cosa

Rimani sempre aggiornato

Iscriviti alla Newsletter