Charcot-Marie-Tooth: patogenesi della forma X-linked

GGP 12269
ANALISI STRUTTURALE E FUNZIONALE DI PARTICOLARI MUTAZIONI DELLA CONNESSINA 32 IMPLICATE NELLA PATOGENESI DELLA FORMA X-LINKED DELLA MALATTIA DI CHARCOT-MARIE-TOOTH

Durata: 3 anni
Budget: 341.400 euro
Coordinatore: Mario Bortolozzi, Fondazione per la Ricerca Biomedica Avanzata ONLUS, Istituto Veneto di Medicina Molecolare (VIMM), Padova

La malattia di Charcot-Marie-Tooth (CMT) è la più diffusa patologia genetica del sistema nervoso periferico. Ancora senza cura, essa riguarda circa 1 individuo su 3.000, dei quali il 10-12% porta una particolare mutazione nel cromosoma X, che causa una forma di neuropatia definita CMT1X, in corrispondenza del gene che codifica per la proteina connessina 32 (Cx32).
Quest’ultima proteina forma dei canali giunzionali che connettono fra di loro gli strati di mielina delle cellule di Schwann [sono quelle che circondano la fibra nervosa, N.d.R.], permettendo così il passaggio di ioni e molecole fondamentali per il mantenimento della corretta mielinizzazione, ovvero la maturazione del rivestimento dei nervi del sistema nervoso periferico.
Nonostante numerosi studi siano stati condotti fino ad oggi, manca ancora un modello interpretativo di come questa mutazione porti alla manifestazione clinica della CMT1X nell’uomo. In particolare, la questione principale rimane quella di chiarire la funzione della Cx32 nella mielina del sistema nervoso periferico.

Il laboratorio di Mario Bortolozzi si occupa da anni dello studio delle connessine e ha sviluppato – in collaborazione con partner italiani e stranieri – strumentazioni e metodologie all’avanguardia che permettono di fornire informazioni cruciali sulla fisiopatologia dei nervi periferici.
Scopi specifici di questo progetto sono l’identificazione di molecole messaggere citoplasmatiche il cui segnale venga alterato in modo patologico da mutazioni di Cx32 e lo sviluppo di un nuovo modello in vitro con cellule di Schwann in coltura per riprodurre l’espressione dei canali di Cx32 nella mielina del sistema nervoso periferico umano.
Si prevede che questi studi possano fornire utili suggerimenti per lo sviluppo di trattamenti farmacologici che in futuro potrebbero arrestare la progressione della malattia o almeno alleviare le sofferenze delle numerose persone con CMT1X.

Si ringraziano per le notizie fornite e per l’elaborazione del testo Renato La Cara e l’Ufficio Scientifico di Milano della Fondazione Telethon.

Testo redatto nell’agosto del 2012.

Per ulteriori dettagli o approfondimenti:

Coordinamento della Commissione Medico-Scientifica UILDM (referente: Crizia Narduzzo), c/o Direzione Nazionale UILDM, tel. 049/8021001, commissionemedica@uildm.it.

Data dell’ultimo aggiornamento: 15 novembre 2014.

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