Andrea Borgato

Andrea Borgato: Storia Di Un Campione

Lo sport può diventare salvifico. Questa è la storia Andrea Borgato, atleta paralimpico di tennis tavolo. 

Classe 1972, originario della provincia di Padova, a 23 anni è rimasto tetraplegico a seguito di un incidente stradale. Un evento che ha stravolto completamente la sua vita. Dopo un lungo periodo di riabilitazione, grazie al sostegno della famiglia e a un’incredibile forza d’animo, Andrea ha ricominciato a vivere, laureandosi in Chimica e diventando campione mondiale di tennis tavolo. 

Nel 1995 la tua vita è cambiata improvvisamente. Cosa ti ha dato la forza per ricominciare?
«Fondamentalmente la noia. Stare in casa a studiacchiare e “cazzeggiare” mi aveva spinto in un vortice di giorni tutti uguali. Ero iscritto a Chimica all’Università di Ferrara, ma completare il corso a distanza mi precludeva la giusta concentrazione. Quindi nel 2001 decisi di trasferirmi con mia madre a Ferrara e nel giro di tre anni mi sono laureato con tesi sperimentale ed un voto di 107/110. Un’ esperienza fantastica fatta di crescita intellettuale, di tante persone, tra studenti e professori, i compagni dello studentato ed una splendida città. Nel frattempo collaboravo con una ditta di Adria nel campo della chimica ambientale, un lavoro molto formativo nel quale ho messo a frutto le mie conoscenze e creatività».

Cosa rappresenta per te il tennis tavolo?
«Il tennis tavolo per me è uno spazio in cui ho potuto trovare il gusto di affrontare situazioni complesse: in questo sport bisogna valutare molte variabili, potenza, direzione, spazio, spin della pallina, capacità e debolezze mie e dell’avversario, il tutto molto velocemente. Qualcuno lo ha definito una partita a scacchi a 100 all’ora. “Amazing” direbbero gli inglesi!».

Com’è iniziata la tua carriera sportiva?
«Nel 2006 volendo cominciare a praticare sport ho chiesto informazioni al sig. Badiali, dell’Unisport di Rovigo, che mi indirizzò a un torneo a Verona in cui ho conosciuto Giovanni Bruttomesso dell’H81 Vicenza. Sotto la sua guida competente cominciai presto a raccogliere risultati e battere avversari con più esperienza».

Tanti i traguardi raggiunti e le vittorie conseguite. Qual è stato il momento più emozionante in questi anni?
«Tanti tiri, allenamenti, viaggi, gare, vittorie e sconfitte, amiche e amici. Senza l’aiuto di mia madre Mary e mia sorella Cristina però non avrei nulla da raccontare. Tra le prestazioni agonisticamente più esaltati le vittorie sul Campione Mondiale Nikelis, tedesco, agli Europei del 2011 a Spalato, quella sul Campione Olimpico Davies, britannico, al torneo del 2017 Open di Slovenia. Tra le emozioni più grandi essere in cima al podio con il compagno Falco e il tecnico nazionale Gallo, in quell’occasione ho ricevuto la medaglia d’oro dei Mondiali a Squadre del 2017 a Bratislava».

(v.b.)

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