
Cresce nel 2023, nei TG italiani, l’incidenza di notizie sulle diversity - in particolare Etnia e questioni razziali, Genere e identità di genere e Età e generazioni – ma sempre al traino di notizie su guerre e conflitti internazionali, migrazioni e casi di cronaca nera.
È infatti ancora troppo basso lo spazio dato alle persone di categorie sottorappresentate in servizi tg inerenti Questioni sociali e Diritti e nelle cosiddette Soft news (costume e società), a dimostrazione che la diversità nei TG emerge per lo più in situazioni emergenziali, criminose, problematiche, con un netto scollamento dalla quotidianità di milioni di persone. Disabilità, LGBT+ e Aspetto Fisico sono ancora i grandi assenti nell’informazione italiana dei TG, con una copertura prossima allo zero. Per la disabilità i dati parlano di un’incidenza pari all’1,3%.
Passando ai prodotti di Intrattenimento, nelle serie tv italiane e nei programmi tv, nonostante i tentativi di allargare lo spettro della rappresentazione, risulta ancora poco matura la trattazione delle diversity, che ricorre spesso a toni paternalistici, eroici, sensazionalistici, con un forte rischio di essere percepita come puro “washing”. In tal senso, la sola presenza di storyline dedicate alla diversità, o di ospiti appartenenti a gruppi sottorappresentati, non può considerarsi un elemento sufficiente per definire un prodotto inclusivo. Segnali di evoluzione arrivano dal mondo del cinema, delle serie young, dei podcast, dei programmi radio e del digital. Fiore all’occhiello della rappresentazione inclusiva sono ancora le serie tv straniere, capaci anche di coinvolgere sempre più talenti di categorie sottorappresentate non solo sullo schermo, ma nelle fasi di sviluppo, scrittura e realizzazione delle opere, con una diversificazione delle maestranze a tutti i livelli, che genera prodotti di grande qualità e autenticità.
Queste sono alcune delle evidenze emerse dal Diversity Media Report 2024 (DMR), la ricerca annuale sulla rappresentazione delle diversità nei media italiani di Informazione e Intrattenimento, condotta da Fondazione Diversity e presentata oggi a Palazzo Marino alla presenza dell’Assessore al Welfare e Salute del Comune di Milano Lamberto Bertolé. La Fondazione realizza la ricerca in collaborazione con l’Osservatorio di Pavia e si avvale di un Security Check Committee e di un Comitato Scientifico proveniente da numerose Università italiane.
Quest’anno la ricerca si è ampliata anche con il Diversity Media Report - Focus Aspetto Fisico. La percezione del corpo e della bellezza nella società italiana, la prima ricerca che offre una panoramica dettagliata sul corpo come elemento identitario e sul suo impatto nella percezione di sé e degli altri, realizzata da Fondazione Diversity con Giulia Paganelli e con 2B Research.
Il Diversity Media Report è realizzato da Fondazione Diversity in collaborazione con l’Osservatorio di Pavia, con 2B Research, con un Comitato Scientifico proveniente da numerose Università italiane (Università Sapienza di Roma, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Università di Udine, Università di Torino, Università di Reggio Calabria, Università degli Studi di Napoli Federico II) e con il Security Check Committee composto da esperte ed esperti appartenenti alle aree della diversity: Leila Belhadj Mohamed, Marina Cuollo, Paolo Di Lorenzo, Gabe Nero, Susanna Owusu Twumwah, Marina Pierri. Il lavoro di ricerca è stato realizzato quest’anno con il sostegno di H&M.
La Fondazione Diversity pubblica il report esteso, scaricabile gratuitamente qui.
Come ogni anno, i prodotti mediali emersi dal DMR – Informazione e Intrattenimento entrano in nomination per i Diversity Media Awards 2024, una serata evento benefica condotta da Francesca Michielin e da Ema Stokholma, in scena il 28 maggio al Teatro Lirico Giorgio Gaber di Milano e trasmessa anche quest’anno su Rai1 – il 28 giugno in seconda serata - per il suo alto valore di servizio pubblico.
Ecco i premiati:
PAOLA CORTELLESI: PERSONAGGIO DELL'ANNO
Il riconoscimento di Personaggio dell'Anno è andato a Paola Cortellesi, premiata soprattutto per il suo debutto alla regia al film C'è ancora domani. La motivazione del premio ha sottolineato come Cortellesi abbia utilizzato la sua notorietà per sensibilizzare sul tema della violenza di genere, creando un'opera di grande impatto culturale.
Ma quello all'artista capitolina è stato il corollario di una serie di altri significativi premi, andati a diversi format, personaggi e contenuti. Da "Splendida Cornice" a "Io Capitano", passando per serie tv, podcast e articoli di approfondimento e informazione:
PREMI PER IL MIGLIOR PROGRAMMA TV E IL MIGLIOR FILM
Miglior Programma TV: Geppi Cucciari e Amalia Ercoli Finzi hanno ritirato il premio per "Splendida Cornice" (Rai3).
Miglior Film: "Io Capitano" di Matteo Garrone, premio ritirato dall'attore Moustapha Fall.
MIGLIORI SERIE TV
Miglior Serie TV Italiana: "Questo mondo non mi renderà cattivo" (Netflix), con il premio ritirato da Zerocalcare.
Miglior Serie TV Straniera: "The Last of Us" (Sky – NOW).
Miglior Serie TV Young: "Il Cercasuoni" (RaiYoyo), ritirato dal Direttore di Rai Kids Luca Milano.
RICONOSCIMENTI RADIO E PODCAST
Miglior Programma Radio: "Le mattine pt2 – Ora Daria" (Radio Capital) di Daria Bignardi.
Miglior Podcast: "Invertiti" di Cathy La Torre e Guglielmo Scilla.
CREATOR DELL'ANNO E MIGLIOR PRODOTTO DIGITAL
Creator dell'Anno: Edoardo Mocini.
Miglior Prodotto Digital: "5 modi per non mettere a disagio una persona disabile" di Sara e Alessia Michielon (Ruote Libere) e Nicola Canal (Canal – il canal).
MIGLIOR INFORMAZIONE
Miglior servizio TG: TG3 per il servizio di Maria Chiara Grandis sulla Storia di due mamme, Sara ed Elisa.
Miglior Articolo Stampa Quotidiani: Il Sole 24 Ore per l'articolo di Monica d'Ascenzo La mancanza di fondi pesa sulle persone con disabilità.
Miglior Articolo Stampa Periodici: Io Donna per l'articolo di Paola Centomo Cari Boomers, impariamo a convivere.
Miglior Articolo Stampa Web: Ilfattoquotidiano.it per l'articolo di Renato La Cara Della violenza sulle donne con disabilità conosciamo solo la punta di un iceberg. Manca il vocabolario culturale per raccontare le nostre vite.
(Ufficio stampa Fondazione Diversity)