Una Vita sul Set

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Aldo Bisacco ha 41 anni, è socio della UILDM di Padova. È regista e si occupa di comunicazione nell’ambito sociale e aziendale. L’Arte è la sua musa, la sua vita e la sua professione.

Tra i suoi lavori troviamo spot come “Un paese ospitale”, Gondolas4all e la Giornata nazionale 2017 per UILDM. Aldo ci ha raccontato come il coraggio di cambiare spesso possa divenire un ponte per la felicità.

La tua esperienza formativa?
«Gli studi che ho fatto non hanno niente a che vedere con quello che sto facendo oggi.  In quegli anni bastava che io lavorassi e non mi stressassi troppo. Dopo la ragioneria ho lavorato per dieci anni come impiegato commerciale. Un lavoro comodo, normale, vicino a casa. Dentro di me però sentivo un forte desiderio di ribellione, forse anche per il fatto che già vivevo una costrizione fisica dovuta alla patologia, che mi aveva impedito di rincorrere alcuni desideri, come per esempio andare a studiare Cinema a Roma».

E la svolta quando è avvenuta?
«Avevo continuato a coltivare questa passione, anche se non aveva niente che vedere con il mio lavoro. A un certo punto però mi sono detto basta: se la mia vita doveva continuare ad essere così a me non piaceva affatto. Quindi mi sono preso un anno sabbatico in cui sono andato in Spagna a studiare».

Chi ti ha spronato a fare questo passo?
«Il regista Alejandro Amenàbar. Ci siamo conosciuti nel 2004 al Festival del Cinema di Venezia e dopo avergli spedito qualche mio progetto, è nata una corrispondenza via mail. I miei lavori gli erano piaciuti e mi offriva la possibilità di assisterlo durante le riprese del film Agorà. Ho accettato l'invito, mi sono preso un anno di aspettativa e sono andato in Spagna. Dopo questa esperienza incredibile, mi sono trasferito per un periodo a Los Angeles».

Come hai gestito logisticamente questa scelta?
«A livello organizzativo sono riuscito a gestire questo sogno grazie al progetto di Vita indipendente».

Raccontaci questi anni formativi…
«Tra il 2006 e il 2009 ho vissuto diverse esperienze e conosciuto grandi professionisti. Tra questi Carlo Carlei, Alejandro Amenàbar, Gabriele Muccino (sul set di Baciami ancora)  e molti altri. In queste occasioni ho potuto “rubare con gli occhi”, apprendere competenze tecniche e applicare quello che fino a quegli anni per me era stata una grande passione e un motivo di studio teorico».

Tra i tuoi progetti anche degli spot dedicati alla UILDM e a delle campagne solidali di promozione sociale...
«Ho realizzato uno spot che non faccia piangere, puntando sulle possibilità che una persona con una patologia comunque ha». 

E adesso come stai vivendo la tua professione?
«Faccio un lavoro che mi piace, lavoro anche 18 ore al giorno. Essendo libero professionista gestisco i miei tempi coltivando anche la mia parte creativa».

Che difficoltà hai incontrato?
«Il 2006 è stato un salto nel vuoto, non sapevo a cosa sarei andato incontro. Ho tagliato tutto quello che stavo facendo perché andava bene agli altri, ma non a me. Il primo periodo non è stato facile. Appena mi sono licenziato la paura era tanta e le preoccupazioni per il futuro erano grandi, allo stesso tempo però pensavo a quanto mi costava fare quello che non mi piaceva. Per questo sono tornato sui miei passi e ho deciso di continuare a vivere fino in fondo quel cambiamento che desideravo da tempo. Probabilmente un input significativo me l’ha dato la patologia.

Cosa rappresenta per te il cambiamento?
«La felicità dipende dalla nostra incapacità di pensarla. Abbiamo una responsabilità verso noi stessi: il cambiamento spesso è un’opportunità. Nella mia professione c’è molta concorrenza, devi essere bravo, stare al passo con i tempi e distinguerti dagli altri. Non hai mai smesso di migliorare, di scoprire, di creare».

Come dovrebbero approcciarsi le persone con disabilità al mondo del lavoro? 
«
Continuare a seminare cultura, soprattutto chi lavora nel mondo della comunicazione. È fondamentale dimostrare le capacità e mettere in luce le risorse di ogni persona di fronte a chi è povero interiormente». 

(v.b.)

Ritratto di uildmcomunicazione

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